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Pietro INGENITO

l'elemento tecnologico più importante

Aggiornamento: 23 dic 2024

Quando abbiamo iniziato a studiare il sistema idraulico dei Mulini, la torre serbatoio era per tutti solo un accumulo di acqua da utilizzare al momento della macinazione del grano.


Ma questa teoria non mi aveva mai convinto per due motivi principali:

  1. Se si fosse trattato di solo accumulo sarebbe stato più semplice costruire una vasca grande in lunghezza e in larghezza ma poco profonda, piuttosto che un pozzo in altezza che ovviamente dava più problemi alla staticità di tutta la costruzione.

  2. Perché i mulini che stavano sul percorso più a valle avrebbero dovuto attendere che arrivasse l'acqua dal precedente. Ovviamente non era ipotizzabile una modalità di lavorazione del genere, anche tenuto conto che si costruirono tanti mulini per macinare il massimo possibile.


Mancavano altri elementi che in quel periodo erano ancora sommersi dalla vegetazione e fu a seguito della scoperta del 19 febbraio 2017, (quando insieme all’amico Filippo e Sergio) riportammo alla luce il primo ugello in pietra calcarea in perfetto stato di conservazione al mulino Porta Castello fu possibile disporre di un dato mancante che ci permettesse di calcolare bene la quantità di acqua in circolazione e di conseguenza comprendere bene l'intero sistema idraulico della Valle.

Esempi di come varia la pressione dell'acqua in uscita in funzione della quantità contenuta nei pozzi.

Va ricordato che il pozzo era un cilindro di 8 mt di altezza per 3,3 mt di diametro quindi un volume interno di 85 m e quindi 85 tonnellate di acqua. Avevamo già a disposizione le dimensione dei canali, la pendenza e grazie al calcare che indicava il livello massimo raggiunto dall’acqua, era stato possibile calcolarne la portata, sapevamo che circolavano da 10/12 metri cubi al minuto. Ma ancora di più emozionante fu accorgersi che il diametro interno dell’ugello lasciava passare la stessa quantità di acqua che circolava nei canali. La dimensione interna dell'ugello era una ulteriore conferma che il pozzo non potesse essere di accumulo in quanto isi sarebbe svuotato completamente in circa sette minuti, un tempo troppo breve per un processo di macina.


Era l'anello mancante per confermare che il serbatoio non era un accumulo come si era teorizzato in precedenza, ma si trattava di un compensatore volumetrico (oggi si chiamerebbe compressore) che serviva a creare una pressione artificiale alla sua base, questa pressione era l’energia che generava la forza di impatto dell’acqua contro le alette della ruota idraulica necessaria a fare girare la macina. La scoperta dell'ugello con diametro interno di circa 21cm lasciava passare da 5/6 metri cubi al minuto, che era esattamente la metà dell’acqua circolante nei canali. C’era un errore ?. No perché tutti i Mulini avevano due sistemi di macina con ruote idrauliche di uguale grandezza, dunque la quantità di acqua in uscita dai due ugelli era la stessa che entrava alla sommità del Mulino.


Mancava un altro tassello importante per comprendere tutto l'insieme del sistema idraulico:

  • Perché la distanza tra i mulini non è uniforme ??.

Ma di questo ne parleremo in seguito.







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